Ma perché “le hostess devono essere belle”?
Ma perché “le hostess devono essere belle”?

Ma perché “le hostess devono essere belle”?

Ma perché “le hostess devono essere belle”?

Cosa ci viene in mente quando pensiamo alla parola “hostess”? Quasi sicuramente una bella donna, curata, truccata e acconciata, elegante nella sua divisa succinta, composta quasi certamente da camicia, tubino e tacchi. E se nell’immaginario comune il paradigma dell’hostess è sempre stato questo è perché scelte relative a vestiario e aspetto fisico vengono imposte loro dall’alto.

Tra stereotipo e sessismo

Tutti noi sappiamo che in molti lavori è richiesta una divisa ben precisa, e tra questi troviamo senza dubbio l’assistente di volo. Quello a cui però la maggior parte di noi non ha mai pensato è che il concetto di “divisa” in questa mansione non si limita all’abbigliamento. Infatti, in tutte (o quasi) le compagnie aeree del mondo, le assistenti di volo hanno sempre dovuto rispettare degli standard più da concorso di bellezza che da impiego retribuito qualsiasi.

Le direttive più conservatrici, le vogliono, infatti, con gonna – spesso sopra al ginocchio – tacchi, rossetto rosso e chignon. Senza contare che, per poter accedere a questo posto di lavoro, le selezioni sono molto rigide: requisiti fisici che includono un’altezza minima o anche una figura longilinea, assenza di tatuaggi e/o piercing, taglio e colore di capelli nei canoni; tutto in nome del “decoro”.

Ma perché?

Ovviamente, queste caratteristiche sono legate all’idea della donna e del ruolo che dovrebbe avere all’interno della società. Tuttavia, al tramonto del 2021, sorge spontaneo chiedersi se tutto ciò sia veramente necessario. E in effetti, se lo sono chiesti in tanti. Tra le domande più frequenti fatte a Google troviamo infatti: “perché le hostess devono essere belle?”.

E questo interrogativo, per quanto semplice, non risulta affatto banale. E ancora: perché tra i requisiti della Malaysia Airlines troviamo l’obbligo di utilizzare almeno tre sfumature diverse di ombretto sugli occhi? Un altro quesito piuttosto curioso. 

Regole ferree anche per gli uomini

Anche se la maggior parte di queste regole riguardano le donne, non esentano gli assistenti di volo di genere maschile, soggetti anch’essi a particolari regole di “cura” del proprio aspetto. Infatti, questi non possono fare uso di make-up secondo le direttive della compagnia United Airlines e sono obbligati a rimuovere peli evidenti su determinate parti del corpo, come le orecchie e le ascelle, da protocollo dell’American Airlines. 

Per chi non è un addetto ai lavori, queste richieste potrebbero sembrare uno scherzo, ma facendo una rapida ricerca sul web è possibile trovare decine di requisiti imposti ad un assistente di volo. Chi viaggia frequentemente in aereo potrà sicuramente notare come tutti gli assistenti di volo che lo hanno servito rispondessero a dei canoni ben precisi

Tempo di cambiamenti?

A dare un vero scossone al mondo del trasporto aereo, che sotto questo punto di vista risulta ancora troppo legato al passato, è stata la SkyUp Airlines: questa compagnia low cost con sede in Ucraina si è resa protagonista di un vero cambio di rotta. Letteralmente: al motto di “i tempi sono cambiati, le donne sono cambiate” la compagnia ha detto addio a tacchi e divise esageratamente aderenti.

La motivazione, molto semplice, è stata spiegata da Alexandrina Denysenko, senior flight attendant della compagnia, che oltre a evidenziare la sofferenza causata dal passare tante ore in piedi sui tacchi, ne fa una questione di sicurezza: «se una crew dovesse effettuare un atterraggio in acqua, i tacchi potrebbero danneggiare lo scivolo e non sarebbe molto confortevole nuotare con addosso una gonna». 

Inoltre, il capo del dipartimento di marketing, Marianna Grygorash, afferma: «abbiamo scoperto che nonostante l’immagine dell’assistente di volo donna sia molto romanzata, il loro lavoro richiede molta pratica fisica». Su questa linea, si inserisce quindi la nuova immagine dell’azienda. Il problema è stato dunque affrontato per vie traverse, perseguendo un cambiamento giustificato dalla necessaria “comodità” del vestiario, di certo non per dare un segnale sul bisogno di cambiare l’immagine trasmessa delle donne. Le hostess non possono smettere “di essere belle”.

Comfort: la parola chiave

Le nuove uniformi sono state già presentate: sono all’insegna della comodità, senza perdere di vista però anche un approccio fashion. Il capo più importante è sicuramente la calzatura, che abolisce definitivamente i tacchi e lascia il posto a delle sneakers Nike; il completo, invece, passa a giacca e pantaloni arancioni, dal taglio decisamente più morbido, a coprire una semplicissima maglietta bianca. Per ciò che concerne gli uomini, troviamo un completo più leggero accompagnato da una T-shirt bianca e da scarpe sportive Nike nere. 

Nonostante questo cambiamento abbia ricevuto un’importantissima attenzione mediatica, la SkyUp Airlines non è stata la prima compagnia aerea a cambiare le regole del gioco sull’aspetto estetico dei propri dipendenti. Infatti, già nel 2019 la popolare compagnia britannica Virgin Atlantic aveva scosso il settore in tal senso.

In passato, la compagnia imponeva alle proprie assistenti di volo una scuola “di portamento” per apprendere ad avere una “bella presenza”. Dal 2019, la Virgin ha rivisto delle regole riguardo l’obbligo di truccarsi e indossare una gonna: le dipendenti possono scegliere se e come truccarsi (nelle linee guida sono “solo raccomandati” rossetto e fondotinta), e il capo più adatto a ciascuna di loro tra la gonna e il pantalone. Una dichiarazione molto significativa di Mark Anderson, vicepresidente esecutivo della compagnia, era stata: «Vogliamo che le nostre uniformi riflettano davvero chi siamo come individui, mantenendo comunque il famoso stile Virgin Atlantic». 

Il peso del cambiamento

Queste piccole rivoluzioni all’interno dell’ambiente degli assistenti di volo stanno portando nella loro scia molte altre compagnie che iniziano ad alleggerire le misure in merito. Così, trascinano con sé non solo l’intero settore, ma anche, si spera per il prossimo futuro, una nuova e più moderna concezione della donna nel mondo.

Editing e fact checking a cura di Alice Spada