I neofascisti esistono e la politica li tollera
I neofascisti esistono e la politica li tollera

I neofascisti esistono e la politica li tollera

I neofascisti esistono e la politica li tollera

Mentre il tempo passa lentamente, ci perdiamo in distrazioni per eludere la frustrazione, diventiamo aggressivi… rabbiosi, per tutto il tempo tessiamo trame e pianifichiamo, aspettando di diventare più forti…

Lisa J. Smith

Poche righe che rappresentano con precisa sintesi le reazioni degli esponenti delle forze della destra italiana a seguito degli scarsi risultati delle elezioni amministrative, i quali hanno ridimensionato, in parte, il peso della Lega di Salvini e di Fratelli d’Italia (FdI), guidato da Meloni.

Il senso della frase trova valore a “causa” delle loro smodate dichiarazioni, con le quali hanno cercato di trovare il colpevole della loro disfatta, in accuse artificiose e inchieste giornalistiche (ricordiamo l’inchiesta di Fanpage su alcune “infiltrazioni” neofasciste all’interno di FdI), creato ad arte, secondo la loro narrazione, per danneggiare la campagna delle amministrative. L’accusa di fondo riguarda il fatto di aver divulgato di proposito l’inchiesta poco prima del voto, in modo da condizionare in negativo l’elettorato.

Poco importa se il comportamento e le azioni degli esponenti coinvolti nell’inchiesta, badando solo al tornaconto personale e di partito, abbiano offeso la Costituzione e molte persone che si riconoscono nei valori democratici e incondizionatamente antifascisti.

L’inchiesta sopracitata testimonia la vicinanza di alcuni esponenti di FdI a soggetti appartenenti alla galassia fascista italiana (nel girato realizzato da Fanpage si possono notare saluti romani e insulti antisemiti). Motivo di tale sodalizio sarebbe la concessione di finanziamenti a beneficio del partito di Meloni, che per il momento ha portato all’autosospensione di Carlo Fidanza, europarlamentare di FdI, coinvolto in prima persona nel video-inchiesta.

Una presenza incostituzionale

Il periodo storico che stiamo vivendo, caratterizzato da incertezze e tensione sociale, ha permesso a diversi gruppi di estrema destra di inserirsi con ancora più facilità nel tessuto sociale e politico, proponendosi come fulcro ideologico e organizzativo delle molteplici proteste novax e nopass che da mesi ormai si tengono nelle piazze italiane, nate in contrasto ai vaccini e contro le misure adottate dal governo per salvaguardare la popolazione dal virus.

A difesa del loro operato sono state formulate personalistiche teorie scientifiche e filosofiche, alla cui base c’è però il nulla: si va dai famosi chip nel vaccino, al controllo di massa grazie al contenimento coercitivo della quarantena. Insomma, terreno fertile per quei gruppi estremisti che hanno saputo radicarsi e talvolta prendere addirittura il controllo dei movimenti di protesta. Parliamo di movimenti e partiti politici costituiti e ufficialmente riconosciuti (nonostante la palese matrice fascista), con la possibilità di presentare propri candidati alle tornate elettorali.

Gli effetti della presenza di questi gruppi nelle proteste si è reso evidente negli allarmanti fatti di alcune settimane fa a Roma, dove una grande manifestazione targata “nopass” è stata presa in mano dai neofascisti (facenti riferimento soprattutto alla formazione Forza Nuova) portando ad una degenerazione che è culminata nell‘attacco alla sede nazionale della CGIL.

Un fatto grave che crea un precedente pericoloso (nonostante gli arresti dei leader degli attacchi), pesantemente condannato da tutte le forze politiche del Centrosinistra (le quali hanno sin da subito riconosciuto la natura fascista degli attacchi) e, con colpevole ritardo, anche dalla destra italiana (incapace di riconoscere la “matrice”, ma di parlare solo di generici atti eversivi).

È nel comportamento accondiscendente di quest’ultimi, soprattutto di Lega e FdI, che i movimenti neofascisti hanno trovato forza e “supporto” per portare avanti la loro pericolosa crociata. Troppo importante è per Meloni e Salvini tenere saldi questi rapporti, che si andranno in seguito a tramutare in voti nelle prossime politiche. Ecco perchè è così difficile per la destra italiana, sempre più schiacciata verso l’estremo, dichiararsi antifascista, che pure è la base (l’antifascismo) della Repubblica che servono come formazioni partitiche.

La politica delle istituzioni ha reagito attraverso la presentazione da parte del Parlamento al Governo il 20 e 21 ottobre di diverse mozioni, in cui si è chiesto all’esecutivo di valutare le modalità con cui sciogliere Forza Nuova, ma non, ad esempio, Casapound e Lealtà e Azione, altre formazioni neofasciste che non compaiono nelle mozioni (ciò comporta un intervento non proprio deciso e di certo non risolutivo del problema). Alla fine delle votazioni nelle Aule non si è arrivati ad una decisione ultima sui partiti neofascisti: le varie forze parlamentari hanno formulato ognuna la propria mozione (tre in tutto), le quali sono state votate soltanto da chi le ha presentate, mentre la parte opposta si è limitata ad astenersi, in un processo che voleva evitare il veto incrociato. 

In un clima in cui sembrano contare più i calcoli politici che i valori democratici, risulta facile per le organizzazioni di estrema destra trovare condizioni favorevoli per le loro attività.

Attività che la Costituzione condanna, che noi tutti dobbiamo condannare.

Editing e fact checking a cura di Claudio Annibali