La Pianura Padana è l’area più inquinata d’Europa
La Pianura Padana è l’area più inquinata d’Europa

La Pianura Padana è l’area più inquinata d’Europa

La Pianura Padana è l’area più inquinata d’Europa

La Pianura Padana, valle del fiume più lungo d’Italia, vanta un primato interessante quanto preoccupante: quello di essere l’area più densamente popolata e la più inquinata di tutto lo stivale. L’aria della Val Padana è infatti gravemente contaminata da alti livelli di ossidi di azoto, in particolar modo da biossido di azoto (NO2). Il famoso gas di colore rosso bruno, tossico e irritante, che essendo più denso dell’aria tende a rimanere a livello del suolo, accompagna fedelissimo gli abitanti del bacino del Po durante la loro quotidianità arrecando gravi danni respiratori.

Uno scenario spaventoso

Diversi studi condotti nel corso degli ultimi anni ci raccontano di scenari spaventosi e prospettive tutt’altro che positive. Ne sono un esempio le immagini provenienti dai satelliti europei della missione Copernicus, raccolte nel corso dei primi quattro mesi del 2019. Queste mostrano elevati livelli di biossidi concentrati proprio nella pianura italiana.

pianura padana
Fonte: European Space Agency

Secondo l’Agenzia Europea dell’Ambiente (EEA) tra le città più inquinate d’Europa quattro si trovano in Italia e proprio in Pianura Padana. Si tratta di Cremona, Pavia, Brescia e Vicenza. La classifica è costruita sulla base della concentrazione di polveri sottili presenti nell’aria tra il 2019 e il 2020, partendo dalla soglia limite indicata dall’OMS di 10 microgrammi di polveri PM2,5 ogni metro cubo d’aria. In queste città l’aria avrebbe una qualità molto scarsa, poiché tutte superano la soglia limite di 25 microgrammi. Il miglior risultato italiano è stato invece ottenuto dalla città di Sassari nel Nord Sardegna, con 5,8 microgrammi.

Fonte: European Environment Agency

Ancora, secondo lo studio Premature Mortality Due to Air Pollution in European Cities: a Health Impact Assessment, nelle città della Pianura Padana si ha la più alta incidenza di mortalità legata alle polveri PM2,5 e al biossido di azoto (NO2). Lo studio offre una proiezione dei dati indicando che se venissero rispettate le linea guida dell’OMS sulla qualità dell’aria in tutte le città coinvolte, si potrebbero evitare 51mila (PM2,5) e 900 (NO2) morti.

Secondo lo studio, le città italiane Brescia, Bergamo e Vicenza rientrano tra i primi quattro posti per incidenza di morti causate dall’inquinamento dell’aria. Inoltre, 19 città del Nord Italia occupano le prime 30 posizioni (ben il 64% delle città Europee). Rientrano tra queste Torino, Milano, Padova, Saronno, Treviso, Piacenza e Verona, per un totale di 6.887 morti.

Perché proprio la Pianura Padana?

La Val Padana rappresenta il perfetto connubio di azione artificiale e conformazioni geografiche che favoriscono un inquinamento senza eguali. L’elevato traffico, i combustibili fossili dei processi industriali, la concimazione con NPK (azoto, fosforo e potassio) e soprattutto l’allevamento intensivo, sono responsabili degli elevati livelli di biossido di azoto (NO2) presenti nell’aria della pianura. Non solo, la naturale conformazione geofisica della Pianura Padana, racchiusa tra due catene montuose quali Alpi e Appennini, non agevola il naturale ricircolo dell’aria. La mancanza di venti nel bacino del Po concentra tutte le emissioni senza riuscire a disperderle.

Un altro fattore da considerare è la stabilità atmosferica originata dal fenomeno dell’inversione termica. Quest’ultimo riguarda le alte temperature riscontrate in atmosfera man mano che si sale di quota, contrariamente a quanto ci si dovrebbe aspettare. Sostanzialmente, le temperature dello strato atmosferico superiore sono più alte di quello inferiore, andando così a modificare la circolazione dell’aria. L’aria più fredda, essendo più densa e più pesante non riesce a sollevarsi verticalmente e resta intrappolata negli strati più bassi, andando a creare un tappo che, oltre a impedire il ricircolo dell’aria, intrappola anche gli agenti inquinanti. Ovviamente, un simile scenario è di significativo impatto per la salute umana, in particolar modo per quel che riguarda le patologie respiratorie.

La risposta degli abitanti: da Parma fino a Lombardia e Veneto

La campagna organizzata da Parma Dimensione Umana, una rete di associazioni e realtà del territorio parmense, ha raccolto più di 40 mila firme, registrate in aprile 2021, per chiedere alle istituzioni un maggiore impegno nella limitazione di polveri sottili e inquinanti. Complici i risultati dei diversi studi condotti e discussi on-line, a partire dall’azione della città emiliana -seguita dal resto della regione e da Lombardia e Veneto- gli abitanti della Val Padana si sono attivati per trovare e promuovere azioni che contrastino l’elevato livello di agenti inquinanti nell’area da loro abitata. Tentativo che finora, stando ai risultati, non ha tuttavia trovato ancora un riscontro significativo.