Jason deCaires Taylor: il museo “a mare aperto”
Jason deCaires Taylor: il museo “a mare aperto”

Jason deCaires Taylor: il museo “a mare aperto”

Jason deCaires Taylor: il museo “a mare aperto”

Jason deCaires Taylor è uno scultore e fotografo britannico nato nel 1974 che ha dedicato più di diciotto anni alla vita sottomarina e alla sua conservazione. È noto per le sue installazioni di sculture subacquee che animano il fondale marino di numerosi siti acquatici, divenuti dei veri e propri musei “a mare aperto”.

Sin dalla giovane età, Taylor dimostrò una grande passione per il mare e un’inclinazione per le arti. Si diplomò infatti alla fine degli anni ‘90 presso il Camberwell College of Arts Institute di Londra, per poi ottenere il brevetto di istruttore di immersioni subacquee all’età di 18 anni.

Le sue prime opere d’arte erano destinate ad essere esposte in mostre e gallerie, finché non volle concretizzare la possibilità di unire il mondo terrestre a quello meno convenzionale dello spazio sott’acqua, immergendo le sue creazioni nel mare.

Il materiale costitutivo delle sue opere è il cemento a pH neutro, che incoraggia la crescita di organismi viventi sottomarini capaci di modificare le superfici scultoree trasformandole in vere e proprie barriere coralline artificiali, fattore che aiuta ad aumentare la biomassa marina e la riproduzione delle specie. Con i suoi lavori, Taylor intende salvaguardare gli ambienti marini, minacciati dal riscaldamento globale, dagli agenti inquinanti e dalle catastrofi ambientali, ed è per questa ragione che le sue opere sono sempre sottoposte al giudizio di biologi marini specializzati.

Nel 2009 crea in Messico il primo museo subacqueo al mondo: il MUSA (Museo Subacuático de Arte)dove figurano più di 485 sculture sommerse e 30 pezzi sulla terraferma tra la costa di Cancún e la costa occidentale dell’Isola Mujeres. Il progetto è stato commissionato e supportato nel 2008 dalla CONANP (Commissione nazionale delle aree naturali protette nazionali) e dall’Associazione nautica di Cancún. Su alcune di queste opere, Taylor impiantò coralli vivi recuperati da aree di barriera corallina danneggiata.

Nel 2016, l’artista si è dedicato ad un altro ambizioso progetto a Lanzarote, dove ha realizzato il primo museo sottomarino dell’Oceano Atlantico e dell’Europa, da cui il nome di Museo Atlántico.
Lanzarote è un’isola delle Canarie che con i suoi spettacolari paesaggi e panorami vulcanici ha conquistato nel 1993 il riconoscimento dell’UNESCO in quanto Riserva della Biosfera.
Insieme all’eredità artistica di Cesar Manrique, l’isola si pone come un luogo di estrema bellezza ed è proprio il rispetto per la natura che si collega all’opera dell’artista britannico, che ha dovuto adattare le sue creazioni alle caratteristiche di questo particolare tratto dell’Oceano Atlantico, ben diverso rispetto al Mar dei Caraibi. L’acqua, ad esempio, è più fredda nell’Oceano Atlantico, dove non ci sono barriere coralline, ma dove la biomassa marina è molto ricca. Il lavoro che è stato fatto ha avuto lo scopo di aumentare il numero di pesci, crostacei e spugne e di attirare la vita microscopica.

Le opere di Taylor riflettono il misterioso scambio tra la vita e la morte: le sue opere di cemento, inerti e prive di vita, nell’acqua si lasciano, invece, invadere proprio dalla vita marina. Esse vengono coinvolte in una metamorfosi, in processi di continua trasformazione dove a una perenne decadenza sempre corrisponde il continuo rinnovarsi di forme di vita.

Non essendo fine a sé stessa, lo scopo ultimo della sua arte non è quello di essere conservata, quanto piuttosto, è l’arte stessa il mezzo per conservare il patrimonio naturale sommerso.